13
Ott2022

IL RESTAURATORE DI BENI CULTURALI, OGGI

a cura della Dott.ssa Tiziana Zanetti

In continuità con il precedente approfondimento proponiamo un focus dedicato alla figura del Restauratore di Beni culturali, e al suo ruolo delicato e strategico nell’ambito della «tutela» dei beni culturali, rivolgendo alcune domande a Piero Lotti, professionista del settore con grande esperienza e un’importante tradizione familiare.

Per intervenire sui beni culturali servono competenza e una qualifica specifica. Sembra scontato eppure alla luce di casi drammaticamente attuali che vedono soggetti malintenzionati, o comunque senza adeguata qualifica, intervenire sui beni culturali, Le chiedo una precisazione al riguardo.

Il mestiere del restauratore di beni culturali mobili e di superfici decorate di beni architettonici è normato dal D.lgs 42/2004 all’art. 29 e dai D.M. 86 e 87 del 26 maggio 2009 che definiscono, per la prima volta dalla legge Bottai, il profilo di competenza del restauratore professionista e il percorso formativo per acquisirne la qualifica, ovvero la laurea magistrale a ciclo unico integrata con almeno 500 ore di laboratorio pratico, come recentemente stabilito dal parere del Consiglio di Stato del 28 luglio 2022, n. 1321. Questo parere è particolarmente importante perché indica in modo chiaro che la professione di restauratore è una professione complessa e non basta acquisire una conoscenza teorica universitaria, ma è imprescindibile una parte di esercitazione pratica per ciascuno dei settori di competenza sui quali si andrà ad operare. Prima dell’entrata in vigore dell’attuale normativa, la figura del restauratore non era stata mai definita, almeno fino al timido tentativo da parte del T.U. del 1999, che tuttavia non aveva dato indicazioni sulla qualificazione e sulla formazione. Eppure il restauro è una attività complessa con caratteristiche proprie che supera il concetto elementare di “manutenzione” a favore del recupero del valore culturale originario del bene in modo tale da garantirne la trasmissibilità alle generazioni future.

Nell’ambito della tutela penale dei beni culturali il Suo ruolo è fondamentale (penso al caso di danneggiamento di un’opera, alle questioni dell’attribuzione di un’opera ecc.) oltre che delicatissimo..

Il restauratore di beni culturali ha un ruolo cruciale nell’ambito della complessa normativa italiana e dei soggetti qualificati chiamati ad intervenire per tutelare e valorizzare il patrimonio storico e artistico, tanto è che, oggi, è il principale professionista che interviene sui beni culturali in modo responsabile ed in via esclusiva con una serie di attività complesse dal punto di vista tecnico e scientifico: dalla diagnosi sullo stato di salute del bene, alla progettazione degli interventi conservativi necessari, alla esecuzione del restauro, alla valorizzazione, alla divulgazione.. Eppure ancora oggi il suo ruolo non è del tutto affrancato da altre figure come quella dello storico dell’arte o dell’architetto, una contraddizione in termini che dovrebbe essere superata.

Proprio grazie alla profonda conoscenza – che richiede uno studio bibliografico, materico, storico artistico – che si acquisisce su un bene nel corso di un restauro, mi è capitato nel corso della mia carriera di essere chiamato più volte a collaborare con i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale. Una volta in particolare mi venne chiesta una consulenza tecnica relativa all’appartenenza di una scultura rinascimentale lombarda trafugata negli anni ‘80 da un famoso Santuario Mariano al gruppo scultoreo ancora in sito. Il mio parere motivato fu determinante. Cosa vuol dire questo in termini emblematici? Che al restauratore viene attribuita una competenza a tutto tondo, decisiva, delicata, che riguarda l’intera “filiera” della «tutela», uno dei pilastri, con la valorizzazione, che definiscono l’architettura del nostro “sistema” come disciplinato dal succitato D.lgs. 42/2004 che, giova sempre ricordarlo, si conforma ai principi costituzionali enunciati nell’articolo 9.

Un mondo tanto affascinante quanto complesso che torneremo a raccontare.

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