Il tema della bonifica dei siti contaminati e della competenza amministrativa dei Comuni ha, negli ultimi mesi, acquisito un ruolo centrale nel panorama del diritto ambientale.
La vicenda – che aveva preso avvio con l’ordinanza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, n. 123 del 9 agosto 2022 – ha, infatti, portato la Corte Costituzionale a dichiarare, con sentenza n. 160 del 2023, l’illegittimità costituzionale dell’art. 5 della legge della Regione Lombardia 27 dicembre 2006, n. 30, in riferimento all’art. 117, secondo comma, lettera s), Cost.
Nello specifico, la Corte ha ritenuto violata la competenza legislativa esclusiva statale da parte della disposizione regionale che trasferiva ai comuni le funzioni attribuite, invece, dall’art. 242 del Codice dell’Ambiente, alle regioni.
Con l’art. 22 del D.L. n. 104/2023, tuttavia, il legislatore è intervenuto sul tema, attribuendo alle Regioni il potere di conferire agli enti locali, con legge, anche le funzioni amministrative in materia di bonifiche, nonché facendo salve le disposizioni regionali vigenti.
Recentemente, infine, la Giunta Regionale lombarda ha approvato, con la deliberazione n. XII/927 del 18/09/2023,la proposta di progetto di legge rubricata “Conferimento ai comuni di funzioni in materia di bonifica di siti contaminati”, la quale prevede il conferimento ai comuni delle funzioni amministrative relative alle procedure di bonifica e di messa in sicurezza, nonché alle misure di riparazione e di ripristino ambientale di siti contaminati che ricadono nell’ambito del territorio di un solo comune, fatti salvi i poteri di indirizzo, coordinamento e controllo della Regione.
Si attendono, ora, le valutazioni del Consiglio regionale, al quale la suddetta proposta è stata sottoposta per la prosecuzione dell’iter di approvazione e, nelle more, la Regione Lombardia ha richiesto ai Comuni del territorio un resoconto per ogni procedimento di bonifica in istruttoria, istituendo un tavolo tecnico per la gestione delle criticità ed urgenze.
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