10
Nov2022

BENI CULTURALI (MUSICALI), TUTELA E SFIDE DELLA MODERNITÁ

Il “riconoscimento” del bene prima di tutto

a cura della Dott.ssa Tiziana Zanetti

Lo Studio legale Salvemini ha partecipato al convegno “Liuteria antica e questioni moderne”, promosso dall’Academia Cremonensis, nella splendida aula magna del Palazzo Mina Bolzesi, come momento di approfondimento in materia di tutela dei beni musicali alla luce delle più recenti novità che stanno interessando il settore (specialmente la riforma della tutela penale del patrimonio culturale). Con imprescindibile prospettiva multidisciplinare, come confermano le qualifiche dei Relatori, e sempre considerando ciò che accade, spesso molto più velocemente rispetto ai tempi del Diritto, nella società moderna – complessa, globalizzata e tecnocratica – e non solo nel mondo dell’arte e della cultura.

Rinviando agli Atti del convegno per gli aspetti peculiari che riguardano i beni musicali, specifica categoria all’interno del genus “beni culturali” – al suo interno comprendente non solo strumenti musicali ma anche luoghi, beni immateriali (intervista Prof. Fabio Perrone) – inaspettatamente trascurata dalla normativa di tutela, a partire dalla mancanza di una definizione autonoma, qui si evidenziano alcune questioni emerse durante l’incontro riguardanti le diverse tipologie di beni “di interesse culturale”. In estrema sintesi: le difficoltà di una nozione “solida” e resistente di “bene culturale” che, in particolare sul versante penalistico, risulta indispensabile per la configurazione delle diverse fattispecie criminali; la necessità di conoscere, attraverso operazioni tecniche di censimento, i beni, condizione primaria per la loro tutela; la circolazione nazionale dei beni disciplinata dall’art. 64 del D.lgs. 42/2004, con focus sull’istituto della “buona fede”, sul ruolo dello Stato in tema di prelazione (e altro); la circolazione internazionale delle opere tra riforma della tutela penale (ex art. 518-undecies c.p.) e disciplina extra-penale, non modificata dall’intervento novativo, contenuta nel D.lgs. 42/2004 con la citazione di casi emblematici di esportazione illecita per mancanza della necessaria documentazione (in particolare l’attestato di libera circolazione e/o la licenza di esportazione) o di difficoltà nel “riconoscimento” del bene in uscita/entrata dal/nel nostro Paese; il delicatissimo tema dell’antiriciclaggio in materia di opere d’arte, con una particolare attenzione per i nuovi “fenomeni artistici”, che spesso sfidano le categorie tradizionali previste dal Legislatore e infine, non certo per importanza, il tema della formazione dei Magistrati in materia di beni culturali con uno sguardo più ampio sul rapporto tra Arte e Giustizia e senza dimenticare il ruolo dell’artista, delle case d’asta, dei mercanti (anche) in tema di autenticità dell’opera d’arte.

Alle riflessioni sono seguite alcune proposte – in particolare quella della “carta d’identità” per i beni musicali, fondamentale per superare molte delle criticità evidenziate – sulle quali da tempo si sta ragionando, a più livelli, in generale per i beni culturali.
Riflessioni e proposte che in un luogo tanto speciale come l’Academia Cremonensis, dove non solo si può ammirare la bellezza, ma anche sperimentare il valore profondo e prezioso dei beni che vengono realizzati ­– eccellente risultato di competenza, tradizione, passione, dedizione di Maestri liutai che insegnano e dialogano con il mondo intero – si percepiscono ancora più pregnanti ed urgenti.

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