16
Nov2022

PAYBACK DISPOSITIVI MEDICI: UN’IRRAGIONEVOLE (E INCOSTITUZIONALE) RICHIESTA DA PARTE DELLO STATO

Con DM 6 luglio 2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 settembre 2022, il Ministero della Salute ha dato avvio al procedimento amministrativo volto al recupero di quota parte dei compensi erogati dalle PA nell’arco temporale dal 2015 al 2018 alle aziende fornitrici.

Quest’ultime si vedono quindi, a distanza di anni, richiedere in restituzione quanto legittimamente percepito quale controprestazione per le forniture di dispositivi medici richiesti dalle PA d’Italia secondo il loro fabbisogno.

Il motivo sotteso al provvedimento, che attua la disposizione di cui all’art. 9 ter del D.L. 78/2015, convertito con legge 125/2015 e, da ultimo, novellato con il D.L. 115/2022, è la certificazione del superamento del tetto di spesa per le PA per l’acquisto di dispositivi medici nell’arco temporale considerato.

Tutto ciò che è stato speso oltre il tetto di spesa stabilito dovrà essere restituito in quota parte anche dalle ditte fornitrici.

Toccherà ora alle singole regioni e province autonome inviare ad ogni azienda fornitrice la richiesta di restituzione della quota calcolata sulla base delle linee guida emesse dallo stesso Ministero della Salute con proprio decreto del 6 ottobre 2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26 ottobre 2022.

La questione non è di marginale importanza atteso che, per alcune aziende, gli importi prevedibili che verranno richiesti in restituzione potranno superare anche il milione di euro a seconda della percentuale di fatturato prodotto nell’arco temporale dal 2015 al 2018.

Le società non sono rimaste inerti e hanno adito il TAR Roma introducendo anche plurime questioni di legittimità costituzionale della norma sottesa ai provvedimenti amministrativi al vaglio del giudice amministrativo.

I motivi di incostituzionalità toccano il diritto alla salute, all’uguaglianza e alla libera concorrenza, spingendosi finanche alla violazione dei principi di proporzionalità e di irretroattività delle norme.

Lo Studio Salvemini è in prima linea su tale questione e segue con particolare attenzione la vicenda che potrebbe avere dei risvolti macroeconomici importati. Tutelare oggi i diritti delle aziende fornitrici di dispositivi medici significa tutelare domani il diritto dei pazienti a vedersi erogare una prestazione di alta qualità che verrebbe meno – o comunque si attenuerebbe – qualora le società fossero davvero chiamate a restituire milioni di euro alle PA (e quindi allo Stato) per prestazioni che hanno regolarmente e lecitamente adempiuto.

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